Il compito che ci siamo dati alla partenza è stato provare a descrivere ciò che avremmo incontrato interrogando silenziosamente il territorio e i suoi abitanti, umani e non umani.
Non ci siamo dati una griglia a priori per costruire le descrizioni, solo due indicazioni per guidarla: avremmo provato ad attivare le quattro intelligenze eco-sistemiche – emotiva, sociale, percettiva e co-evolutiva – e avremmo provato a trattare quanto ci sarebbe venuto incontro non come un fornitore di informazione, ma come un co-costruttore di informazione.
Non sapevamo la forma di ciò che avremmo voluto realizzare: partivamo dall’ipotesi di dare vita ad una Comunità Energetica Rinnovabile, ma era solo un’ipotesi di lavoro, un’ispirazione, che avrebbe potuto diventare altro. La forma più utile ce l’avrebbe suggerita la connessione tra gli elementi che avremmo incontrato nel nostro attraversare un ambiente e solo alla fine del cammino avremmo (forse) trovato il disegno del nostro progetto, emerso dai nostri passi come la cicogna del racconto di Karen Blixen, tracciata dalla corsa di un uomo che nella notte insegue un rumore sospetto.
Sapevamo però che questa forma avrebbe dovuto produrre due effetti:
– un modo (innovativo, forse) di pensare l’avvocato
– un modo di fare comunità.
Un significato ulteriore lo offre l’ambiente dove si è svolto il nostro cammino: un territorio che è un “attraversare contrasti”, dove alla ricchezza della biodiversità di piccole riserve si contrappongono le testimonianze di una industrializzazione accelerata e di squilibri sociali e ambientali.
Con questi presupposti, attraversare il territorio è stata un’esplorazione, un farsi paesaggio per scoprire delle tracce e raccogliere degli indizi di domande, problemi, sfide, risorse, risposte, possibili soluzioni. Abbiamo faticato, riso, chiacchierato, degustato, riflettuto insieme. Ciascuno a modo proprio ha vissuto l’esperienza del cammino e della presenza, annotando le proprie riflessioni: su un taccuino, attraverso delle fotografie o anche semplicemente prestando attenzione e conservando nella memoria o condividendo e raccontando i suoi pensieri ed osservazioni. Approfittando delle pause nel cammino, anche attraverso briciole di pensiero sistemico, ci siamo spesso scambiati domande e riflessioni, sguardi e punti di vista, cercato insieme ispirazione in pillole di principi di complessità, di metodi e tecniche utili per ampliare gli sguardi. Ci siamo sentiti parte di un sistema, lo abbiamo sentito nei suoi contrasti, nella sua energia, in ciò che aveva da dirci, da chiederci e da donarci e abbiamo partecipato alla sua vita.
Da Walking ON 2023 è nato un programma di lavoro che abbiamo chiamato “Comunità di energie” con il quale proveremo a creare un portfolio di progetti già esistenti organizzato in un ecosistema nel quale si istituiscano e/o si rafforzino le relazioni tra le diverse progettualità.
L’idea della Comunità Energetica Rinnovabile non scompare, ma diventa uno degli ambiti progettuali, il meno urgente: come si è detto, la CER era un’ipotesi di lavoro, una cerniera tra i due livelli progettuali: avvocatura e comunità.
Ma come per Picasso, un’idea, sulla tela, spesso diventa qualcosa di altro.
A settembre-ottobre 2023 hanno camminato e ragionato insieme:
Silvia Bona, Carla Broccardo, Maurizio Cilio, Francesco Cirrone, Marco Crescimone, Giorgia Dieli, Rosario Giordano, Alessandro Lutri, Fabio Massa, Federica Maganuco, Alfonso Parisi, Francesca Scicolone, Paolo Scicolone, Dario Segreto, Domenico Vernagallo, Manuel Zafarana,